IL GIORNO
TUTTOFOTO

di Franco Gianola

Alla Galleria "Il Diaframma",
via Brera, 16 - Milano
Tel. 80.56.814. Fino al 28 Giugno.
Orario: da martedì a venerdì 16-19.30
sabato 14.30-19.30




La mostra di Flora Izzo  un  paesaggio  inaspettato.   Dalla
ricerca formale quasi fine  a  se  stessa  al  recupero  dei
sentimenti.   Ricordo  una  sua  rassegna  di nudi femminili
riflessi da lamiere  curvate  e  lucidate  a  specchio.   Il
risltato era esteticamente attraente,   i  corpi  assumevano
sinuosità   eleganti e  insolite di  notevole  effetto ma la
rappresentazione,   pur   avendo   un   evidente   retoterra
psicologico,   finiva  per essere letta come una performance
mentale.   In quelle foto tuttavia si intuiva un'ombra,  una
cortina frapposta dall'autrice  fra  sé  e  il  lettore  per
impedire l'invasione della propria  interiorità.   Forse  un
atteggiamento comprensibile in una cultura che, specialmente
oggi,   tende  a  guardare  negativamente  o  con   fastidio
l'espressione del sentimento. Oggi quella cortina é  caduta.
Può  succedere,  alle volte,  che la sistematica rimozione o
la  repressione  dei  propri  sentimenti diventi a tal punto
insopportabile da provocare una profonda crisi e il seguente
sfondamento   del   sistema  di   autocensura   imposto  dal
condizionamento culturale.   «Radici»  s'intitola la mostra,
quasi  interamente   centrata  su  Napoli.   Radici  di  una
napoletana  ancora d'accento napoletano pur vivendo a Milano
da oltre vent'anni.   Radici,  quindi profondi legami con la
propria terra,  con il suono delle parole,  con la famiglia;
con i ricordi dei nonni,   dei genitori,   del calore di una
casa che ha donato un'infanzia dolce,  felice,  accarezzata.
Il filo che lega il racconto  fotografico di Izzo è  perciò 
fortemente  sentimentale,   ha  una  dimensione  emotiva che
coinvolge il letore e gli racconta,  senza  infingimenti, il
mondo  interiore  dell'autrice  proiettando  nelle  immagini
quella  somma di nostalgie,  commozioni,  malinconie, finora
rimosse.  «E'  il  mio  inchino  a  Napoli» ha detto durante
l'inaugurazione.   L'inchino alla  grande  madre,   il gesto
elegante  e  solenne  che  in questa città  s'usa ancora per
esprimere rispetto, gratitudine, filialità , ringraziamento,
silenzioso abbraccio.   La mostra  è   un  breve  ma intenso
viaggio ritorno. Che inizia in casa Izzo dove i ricordi sono
più   belli  anche  se  possono  dare  un'attimo di doloroso
rimpianto:   qualche  foto di oggetti familiari (che evocano
gesti  interrotti),   una  bambina  che  tenta  di  guardare
attaverso un vetro appannato forse verso il passato o  forse
verso il futuro; infine l'immagine di un foglio, scritto con
l'armoniosa calligrafia che s'usava  un  tempo,  accanto  al
quale  è  appoggiata  una penna.   L'immagine  più  di altre
evoca un gesto appena interrotto,  una presenza immateriale:
è  il libro delle ricette di mammà ,  aperto alla pagina dei
bignè .  L'onda  dei  sentimenti  entra  anche nel mitizzato
vico,   pulsa assieme a questo cuore di Napoli e della gente
che  ha  dentro   il   dolore   della   miseria   ma   anche
l'irresistibile forza vitale nella quale la gioia continua a
vivere perchè  «basta che ce sta 'o sole,   basta che ce sta
'o mare...».   E' questa forza che,   quasi certamente,   ha
condotto Flora Izzo fuori dall'accademia per riportarla alla
vita reale.


(Questa rubrica esce ogni venerdì e resta in rete durante tutta la settimana)