SCATTI A RAFFICADa tempo attesa (se ne parla da molto tempo), è arrivata la nuova Nikon di vertice che raggiunge gli otto fotogrammi al secondo con regolazione simultanea dell'autofocus. Fedele alla propria tradizione sigla F5, e puntualizza così la continuità con quell'idea di reflex a sistema che nacque alla fine degli anni Cinquanta con l'originaria Nikon F. Sarà disponibile sul mercato dall'imminente autunno, e le sue prestazioni di alta rapidità sono particolarmente riferite alla fotografia di movimento; soprattutto a quella di sport.
Comunque la si guardi, la nuova Nikon F5 è una delle regine della tecnologia reflex 35mm. "Una delle", per il solito timore di declinare valori assoluti, che implicano metodi di valutazione e competenze specifiche che non crediamo di possedere. Nonostante questo, per il gioco dei personalismi, delle invidie e delle posizioni preconcette - magari aprioristicamente sposate ad altri sistemi fotografici, quasi che lo scontro fosse obbligatorio -, come ogni altra macchina fotografica, la Nikon F5 si espone al giudizio pubblico, disponibile a essere criticata in assoluto oppure in qualcuna delle sue tante caratteristiche operative, che stiamo per presentare. La nascita di una reflex Nikon indiscutibilmente professionale, di quelle a sistema, era nell'aria da molto tempo. Per una serie di coincidenze tecnologiche, la Nikon F4 e le sue versioni F4s, con alimentatore MB-21 accessorio, e F4E, con alimentatore MB-23 (per raggiungere una rapidità di scatto di 5,7 fotogrammi al secondo), hanno vissuto a cavallo di due distinte epoche della fotografia autofocus, che nel corso degli ultimi tempi ha compiuto significativi balzi in avanti. Per questo, contrariamente alle consuete cadenze Nikon, contrassegnate da un ritmo decennale, la F4 non ha potuto percorrere indisturbata gli anni Novanta, ma ha avuto bisogno di cedere lo scettro di ammiraglia del sistema a una nuova Nikon F5 ricca di soluzioni tecnologiche di una tale avanguardia da poter essere tranquillamente proiettate nell'immediato futuro della fotografia 24x36mm. Diciamola così: per quanto i tempi tecnici del passato hanno consentito alla Nikon F (del 1959) di essere la Nikon professionale degli anni Sessanta, alla Nikon F2 di percorrere indisturbata gli anni Settanta, alla Nikon F3 - ultima delle grandi reflex meccaniche- di proiettarsi dagli Ottanta ai nostri giorni, la Nikon F4 -a cui erano già state affiancate le agili F90 e F90X- ha consegnato all'attuale F5 il compito di rappresentare la più avveniristica proposta Nikon per la fotografia professionale dagli anni Novanta alla svolta del Secolo.
FUOCO RAPIDODi cosa si tratti, è presto detto, anche se per l'effettiva commercializzazione della nuova Nikon F5 bisogna ancora aspettare qualche mese. Per il momento, tutte le annotazioni si basano sulla presentazione mondiale di fine giugno, con tre annunci pressoché simultanei in Giappone, in Europa (a Stoccolma) e negli Stati Uniti, e sulla prima uscita pubblica ufficiosa ai Giochi Olimpici di Atlanta. La Nikon F5 rappresenta oggi la più avanzata tecnologia autofocus applicata a una reflex professionale. Tanto per quantificare subito l'ordine dei valori, la cadenza di ripresa più rapida della Nikon F5 in Focus Tracking, ovvero seguendo il soggetto in movimento all'interno dell'inquadratura, raggiunge gli otto fotogrammi al secondo. A conseguenza, sorge spontanea una domanda: a quando una autonomia di pellicola superiore ai trentasei fotogrammi 24x36mm? (La tecnologia APS ha ridotto notevolmente lo spessore del film, a cui potrebbe fare seguito una maggiore lunghezza delle pellicole 35mm nei comuni caricatori 135). Comunque sia, e tornando agli otto fotogrammi al secondo, va subito detto che si tratta di una prestazione garantita dal nuovo sensore autofocus Multi-CAM 1300 con cinque aree di rilevazione a configurazione incrociata Wide-Cross. Questa disposizione a sensori separati, ha consentito anche la funzione di aggancio automatico dei soggetti in movimento, a partire da una delle cinque aree di autofocus, a scelta dell'operatore. Chiaramente indicate sul vetrino di messa a fuoco (su tutti i vetrini di messa a fuoco intercambiabili, escluso il Tipo C, a immagine chiara, indicato alla macrofotografia e alla fotografia astronomica), le cinque aree dell'autofocus si selezionano con un apposito comando esterno, sul dorso dell'apparecchio. Con una sorta di joystick piano e compatto, si possono attivare le aree dell'autofocus: centrale, alta, bassa, laterale destra e laterale sinistra. In relazione alle caratteristiche del soggetto e alle esigenze compositive, l'operatore sceglie l'area di messa a fuoco automatica alla quale affidare la priorità di rilevazione. Se il soggetto si muove, l'autofocus dinamico si commuta automaticamente e immediatamente su un'altra delle cinque aree. Alternativamente, oltre all'autofocus dinamico, la F5 offre anche la modalità di messa a fuoco automatica ad area singola: ancora una volta a scelta tra i cinque sensori a croce. Ovviamente queste prestazioni, che rappresentano la nota distintiva dell'intero progetto Nikon F5 sono soprattutto indirizzate alla fotografia di sport, dove si possono ancora ricercare margini di crescita del linguaggio fotografico. Con questo intendiamo puntualizzare che per quanto il lessico della fotografia dipenda anche dall'uso e dall'applicazione degli strumenti, e per quanto sia da questi condizionato, in altri ambiti l'espressività ha ormai raggiunto i suoi massimi tecnici. Invece la fotografia di avvenimenti in rapido svolgimento, lo sport sopra tutto, può ancora offrire spazi di crescita espressiva, là dove la sequenza del movimento, l'azione di un atleta, l'attimo spettacolare costituiscano comunque materia per una visione e una rappresentazione fotografica nuova e gradita, inaccessibile ad apparecchi fotografici privi di adeguate caratteristiche tecniche. Per questo, l'autofocus dinamico della Nikon F5 si combina anche con un efficace Focus Tracking che mantiene il fuoco corretto del soggetto che si muove all'interno dell'inquadratura e che si muove rispetto al punto di ripresa. Analogamente, per assolvere al meglio le esigenze fotografiche dei soggetti in movimento, l'autofocus della Nikon F5 ha una velocità tale da mantenere il fuoco anche con soggetti in rapido avvicinamento. Con la focale 300mm, per esempio, la distanza minima di operatività del Focus Tracking è di soli 19,3 metri con un soggetto che sfreccia a 300km/orari (neanche il tempo di scansarsi!). La configurazione incrociata Wide-Cross dei cinque sensori dell'autofocus della Nikon F5 copre un'area di rilevazione estremamente estesa, sia in inquadratura orizzontale sia in inquadratura verticale. I tre sensori orizzontali sono del tipo a croce, mentre quelli in alto e in basso hanno una configurazione lineare. L'autofocus della F5 è operativo con ogni obiettivo AF di luminosità superiore (o uguale) a f/5,6, di qualsiasi generazione, anche se le nuove ottiche Nikkor AF-S garantiscono la maggiore velocità d'azione grazie ai propri motori Silent Wave.
COLORI DOMINANTIPer quanto riguarda la lettura esposimetrica, la nuova Nikon F5 utilizza un sensore RGB (Red Green Blue, ovvero rosso-verde-blu) da 1005 pixel che oltre la luminosità dell'inquadratura rileva anche il contrasto e il colore generale oppure dominante della scena inquadrata. Paragonabile a una delle funzioni basilari della misurazione termocolorimetrica, combinata con quella tradizionale dell'esposimetro, la lettura Color Matrix 3D raggiunge una analisi del soggetto di straordinaria raffinatezza. Con questa esclusiva funzione, la valutazione della scena inquadrata tiene anche conto dell'eventuale presenza di un colore principale e prevalente: gamma di sfumature di arancio in un tramonto, ombre fredde e azzurre in una scena urbana, infinite gradazioni di verde nel paesaggio. Poi, l'esposimetro Color Matrix 3D rileva pure il tipo di luce presente, diurna, tungsteno o fluorescente, che viene considerata come parametro di servizio per la regolazione dell'esposizione (attenzione: non si tratta di bilanciamento cromatico, a uso dei filtri di correzione colore, ma soltanto di una valutazione supplementare di luminosità). Allo stesso tempo, il sensore RGB è collegato a un software nel quale sono state ordinate più di trentamila possibili situazioni fotografiche, alle quali l'esposimetro riferisce l'elaborazione della lettura effettuata. Sulla F5 è replicato il classico sistema esposimetrico semi-spot Nikon con misurazione media a prevalenza centrale: 75 per cento della sensibilità della lettura al centro dell'inquadratura, all'interno dell'area di dodici millimetri di diametro chiaramente indicata sullo schermo di messa a fuoco, e il rimanente 25 per cento nell'area circostante. Su questa base, la Nikon F5 ha interpretato la misurazione semi-spot, che qui diventa flessibile. Agendo attraverso il menu di personalizzazione, l'operatore può modificare il diametro dell'area centrale di rilevazione preferenziale, che può essere ridotto a 8mm, oppure allargato a 15 o 20mm. Alternativamente, la F5 offre la misurazione esposimetrica Spot, che effettua la propria lettura su un'area di soli 4mm, che si abbina automaticamente all'area di messa a fuoco preselezionata manualmente. Il tutto per automatismi di esposizione a scelta, ciascuno comprensivo del controllo flash TTL a cinque settori (sincro fino a 1/300 di secondo): AE programmato, AE a priorità dei tempi di otturazione e AE a priorità dell'apertura del diaframma; oltre, ovviamente, la regolazione manuale dei valori dell'esposizione.
SCATTO & DINTORNIOrmai acquisita la prestazione del tempo limite dell'ottomillesimo di secondo, l'otturatore a doppia lamima della Nikon F5 fa bella mostra di una auto-diagnosi a ogni scatto. Lo Shutter Monitor verifica il corretto funzionamento dell'otturatore, analizzando soprattutto i suoi tempi; quando questi si discostano dal valore teorico, il dispositivo comanda la compensazione adatta a una corretta esposizione. Dopo di che, la Nikon F5 è tanto altro, a partire dalla selezione dei modi di avanzamento del motore (scatto singolo, continuo...) per arrivare al riavvolgimento rapido della pellicola in quattro secondi; a partire dai due display LCD esterni (uno sul corpo macchina vicino ai comandi attivi, l'altro posteriore) per arrivare al mirino ricco di informazioni operative. Ovverosia, la F5 ha tutta una serie di caratteristiche tecniche da valutare nella serenità della presa di contatto personale, dal vivo possibilmente, oppure anche attraverso l'attenta lettura dell'apprezzato opuscolo di presentazione, in ordine con la tradizione della letteratura tecnica giapponese: ben illustrata, diretta ed esaustiva. Di più c'è solo da far notare che, nascendo in tempi di conclamata multimedialità applicata, la nuova Nikon F5 affronta con decisione e piglio anche l'epoca delle integrazioni tecnologiche. Così, la sua dotazione base, che ripropone una interpretazione aggiornata e attuale della struttura a sistema nata con la Nikon F (mirini intercambiabili, schermi di messa a fuoco e dorsi vari), è oggi integrata con la possibilità di collegare il corpo macchina a un computer DOS o Apple-Macintosh. Alla portata di un semplice cavo di collegamento MC-33, tra il corpo macchina già predisposto e il computer, l'abbinamento può essere di tipo passivo: per il trasferimento su file del computer dei dati operativi momentaneamente memorizzati dalla Nikon F5. Oppure attivo: per la personalizzazione di una ampia serie di caratteristiche tecniche. Maurizio Rebuzzini Redazione, Amministrazione, Abbonamenti, Pubblicità Graphia srl, via Zuretti 2a, 20125 Milano Tel.: 00+39+2+66713604 Fax: 00+39+2+66981643 |
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